Scrivere questo articolo è un atto di coraggio.Perché significa mettere nero su bianco tutto quello che ho vissuto, le cadute, i dubbi, le figuracce. Ma anche i passi avanti, la crescita, la determinazione che non pensavo nemmeno di avere.
E sai perché lo faccio?

Perché magari, leggendomi, capirai che non serve essere perfette per provarci. Che non serve avere tutto sotto controllo. Che si può iniziare da zero – anche quando quel “zero” è fatto di caos, paura, e una connessione internet traballante.
Sono madre sigle,ho tre figli e non ho superpoteri
Quando dici “network marketing”, molti storcono il naso.
C’è ancora un sacco di pregiudizio intorno a questo mondo. C’è chi crede che vendiamo illusioni, chi si immagina una piramide di finti guadagni o addirittura ti dà della truffatrice.
Truffatrice io?
Ma se quella volta che alla cassa mi sono accorta di aver dimenticato il cartone di uova nel carrello, sono diventata rossa come un peperone dalla vergogna! Mi mancava solo di alzare le mani e dire: “Giuro che non volevo rubarle!”.
Figurati se potrei mai fare qualcosa che assomigli anche lontanamente a una fregatura.
Come ho iniziato (spoiler: malissimo)
Sono entrata in questo mondo in un periodo difficile della mia vita.
Lavoravo come donna delle pulizie, facevo anche 10-12 ore al giorno per riuscire ad arrivare – quando andava bene – a 1.100, 1.200 euro al mese.
Ero stanca, mentalmente e fisicamente, ma avevo bisogno di un’entrata extra. Così ho iniziato con la vendita diretta.
Era tutto molto semplice: cataloghi, immagini preimpostate, copia-incolla nei gruppi WhatsApp o su Facebook. Ogni tanto qualcosa riuscivo a vendere. Un aiutino, nulla di più.
Poi mi sono affacciata al network marketing vero e proprio.
Ho iniziato con un’azienda, ci sono rimasta quasi un anno, ma non ho concluso nulla. Non perché non mi impegnassi, anzi. Ma non avevo una guida. Nessuno che mi aiutasse davvero a capire cosa fare, come farlo, come organizzarmi.
E sai cosa ho capito col tempo?
Che essere una leader non significa raccontare la storiella del topolino e del formaggio o motivare le persone con una frase fatta.
Essere una vera guida significa esserci, insegnare, ascoltare, aiutare a tirare fuori il potenziale di chi hai accanto.
I primi tempi: zero competenze, tanta confusione
All’inizio non sapevo nulla.
Instagram lo usavo solo per guardare gli attori che mi piacevano. Non sapevo neanche pubblicare una storia. Canva per me era un enigma. I contenuti non sapevo nemmeno cosa fossero.
E la formazione… mamma mia.
Facevo Zoom e corsi dopo giornate di lavoro massacranti. Mi mettevo a studiare dopo cena, andavo a dormire tardi e alle 4:30 la sveglia suonava di nuovo. Una fatica tremenda.
Ma qualcosa dentro di me diceva: non mollare.
Anche se non sei perfetta, anche se sei lenta, anche se fai casino.
Il momento della svolta
Dopo un anno senza risultati, avevo quasi deciso di lasciare perdere.
Avevo dato tanto, ma non raccoglievo nulla.
Poi mi sono detta: “Ok, Marika, ti dai un’ultima possibilità. Ci riprovi. Ma stavolta lo fai con chi sa cosa sta facendo”.
E così è stato. Mi sono affidata a una persona con tanta esperienza nel settore. Una vera guida. E da lì è iniziata la vera svolta.
Non sono perfetta. E non serve che tu lo sia.
Organizzarmi? È ancora oggi una sfida.
Amo la tecnologia, ma per pianificare ho bisogno di carta e penna. E quando non riesco a concentrarmi, mi prendo una pausa. Esco, respiro, ascolto un po’ di musica o leggo.
Non siamo macchine. Siamo donne, mamme, guerriere.
E meritiamo anche di fermarci.
Un consiglio se vuoi provarci
Se sei una donna che sente il bisogno di un’entrata extra, ma l’idea di un secondo lavoro serale ti spezza in due, allora forse questo mondo fa per te.
Provalo. Non hai nulla da perdere e tanto da scoprire.
Non dobbiamo essere influencer.
Non dobbiamo avere case perfette, luci professionali o un set da reality.
Dobbiamo essere noi stesse.
Perché la nostra quotidianità, quella che a noi sembra banale, può essere fonte di ispirazione e forza per tante altre donne là fuori.
Marika Bisicchia
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