Per anni mi sono rifugiata dietro vestiti larghi e anonimi, sperando di passare inosservata.Niente trucco, capelli legati, sguardo basso per non incrociare quello degli altri… Pensavo: “Se io non li guardo, loro non vedono me.”

E certo, era comodo: ero pronta in meno di cinque minuti. Nessun tempo perso per truccarmi, per passare la piastra o scegliere cosa mettere. I vestiti erano tutti uguali. Scarpe basse e comode: altro che tacchi e mal di piedi.
Ma il vero dolore era un altro.
Anche se fingevo di stare bene, in realtà ero così abituata a quel malessere da averlo accettato come normalità. Ero talmente convinta che fosse giusto trascurarmi e mettermi all’ultimo posto che giudicavo le donne che si prendevano cura di sé. Quelle che spendevano soldi per il proprio benessere, che pensavano a loro stesse invece di usare quei soldi per la famiglia… le vedevo come egoiste.
Perché io ero cresciuta con l’idea che mettere al primo posto i figli, la famiglia, il compagno fosse giusto.
E io? Io ero l’ultima ruota del carro. Quella che poteva andare in giro con un’auto scassata “perché è meglio che la compri nuova lui”. Quella che rinunciava a un aperitivo con le amiche “perché quei soldi è meglio spenderli per una pizza tutti insieme”.
E tutto è andato avanti così per anni.
Finché non ho capito che non ero felice
All’inizio ho provato a zittire quella vocina nella testa. Ma è diventata sempre più insistente. Ogni giorno mi sentivo sempre più in gabbia. Intrappolata in una vita che non mi somigliava più. Un loop di doveri, lavoro, fatica. Mai una gratificazione. Mai una vacanza. Mai uno svago.
Poi sono arrivati gli attacchi di panico. Ero sfinita.
E finalmente… ho deciso di ascoltare quella vocina.
La mia relazione era finita da tempo. Non valeva la pena trascinarla ancora. Ho lasciato il mio compagno.
Non è stato semplice. Non lo è tuttora.
Tra dispetti, avvocati, nessun aiuto economico e zero supporto nella gestione di mio figlio, mi sono rimboccata le maniche.
Dopo anni come operaia, ho deciso di cambiare. Cercavo un lavoro che mi permettesse di gestire i miei tre figli, due avuti dal primo matrimonio. Ho iniziato a lavorare in un’impresa di pulizie: entravo alle 6 del mattino, ma era vicino casa e finivo in tempo per andare a prendere mio figlio a scuola, risparmiando babysitter e doposcuola.
Facevo più ore possibili, ma dopo un anno e mezzo ero sommersa dai debiti.
Avevo bisogno di un secondo lavoro, ma non volevo stare fuori casa anche la sera, trascurando completamente i miei figli.
Così mi sono imbattuta nel lavoro online.
La mia prima esperienza è stata con un’azienda di cosmetici.
Ho iniziato a guadagnare qualcosa… e, avendo lo sconto, ho cominciato a usarli anch’io.
Mi sono appassionata alla skincare, al make-up, alla cura di me stessa… come quando avevo 16 anni. Mi sembrava passata una vita.
E pian piano, ho iniziato a sentirmi meglio
Ero più serena. Ma i soldi ancora non bastavano.
Così ho scoperto il network marketing.
Non sapevo cosa fosse, pensavo fosse come la vendita diretta… ma mi sbagliavo.
Ho cominciato a formarmi.
Tornavo a casa dal mio primo lavoro sfinita, con le gambe gonfie, le caviglie doloranti, i piedi massacrati dalle scarpe antinfortunistiche.
E la sera, dopo aver messo a letto i miei figli, studiavo.
Marketing, prodotti, social media… fino a quando crollavo.
La sveglia suonava alle 4:30 e ricominciava tutto da capo.
È stato durissimo. Ma ero determinata.
Non volevo arrendermi. Volevo una vita diversa, una vita mia.
Ho iniziato anche un percorso di integrazione.
Ho perso peso (sono ancora in cammino, ma non ho fretta), mi sento più leggera, più energica, più viva.
Molto lontana dalla donna che ero solo un paio d’anni fa.
E poi… sono arrivati i primi guadagni.
E finalmente ho potuto lasciare quel lavoro che odiavo, dove stavo in piedi 8 o 10 ore al giorno per uno stipendio che non bastava nemmeno a sopravvivere.
Oggi la mia vita è cambiata in meglio
No — se te lo stai chiedendo — non sono ricca.
Ma faccio un lavoro che amo. Vivo serena. Mi amo. Mi prendo cura di me.
E questo, davvero… non ha prezzo.
Se ti sei ritrovata in questa storia, sappi che non sei sola. E anche per te è possibile ricominciare.
Marika Bisicchia
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